Musica Araba
La storia della musica araba ha un esordio del tutto femminile. Infatti dalla lettura della poesia preislamica veniamo a conoscenza della figura delle quinat, cioè una casta di cantrici e poetesse colte e istruite che interpretavano poesie cantando e suonando l’UD (liuto). Questa casta formava un ramo del diffusissimo commercio di schiavi delle città arabe più importanti ( Medina e Mecca). I piccoli re nobili e i signori ospitavano nei propri palazzi un gran numero di QUINAT x allietare i propri ospiti.
Con l’avvento e la diffusione dell’islam si verificò una rapida evoluzione della musica araba verso strutture più raffinate grazie all’incontro con forme d’arte musicale che avevano già raggiunto un più alto grado di perfezione.
I protagonisti di tale elaborazione furono gli schiavi, uomini e donne, che avevano il compito di allietare le corti con la loro arte. Essi infatti, di origine persiana, siriana o alessandrina, introdussero le pratiche musicali dei loro paesi d’origine adattando melodie e strumenti alla lingua al gusto arabo.
Regine del canto sono ancora le donne, maestre nell’arte del TARAB.
Il tarab non è una melodia o un genere musicale bensi l'interpretazione
musicale di un testo, la quale genera nell'ascoltatore quasi un rapimento estatico ..è ciò che potremmo chiamare il 'sublime' del canto..... l'incanto della parola cantata! Naturalmente, perché
il fenomeno del Tarab possa aver luogo è necessario che l'ascoltatore capisca il significato del testo poetico che viene cantato: il Tarab consiste proprio nella perfetta interpretazione musicale
di un testo dal tema coinvolgente. Gli arabi distinguono la figura del cantante (mughanni) da quella dell'interprete (mutrib): il primo è colui che esegue con la voce una melodia, il secondo è in
grado, attraverso una sviluppata tecnica interpretativa e una grande sensibilità artistica, di generare il rapimento nell'estasi del tarab. Il verbo 'tariba', da cui deriva il termine tarab,
significa 'essere commosso da gioia o da dolore', 'provare emozioni di piacere o di dolore', 'andare in estasi, essere incantato, turbato, agitato, scosso', ed è quindi legato a quell'arte di
modulare la voce su di un testo poetico che incanta e rapisce l'ascoltatore in grado di intenderlo.
La più grande interprete di tarab, la più grande 'mutriba' di tutti i tempi, colei che incarna l'essenza del canto arabo è la cantante cairota Oum Kalthoum. Scomparsa nel 1975, ha lasciato su questa terra la sua
voce! Nacque in un villaggio sul delta del Nilo all'inizio del XX secolo da una famiglia di umili origini e dagli anni Venti, fino alla fine della sua vita, divenne l'interprete delle forme più
rigorose della canzone in arabo letterario, la 'Qasida', cosi come delle forme più popolari del 'dawr', del 'layali' e del 'mawal' in dialetto egiziano. Oum Kalthoum resta a tutt'oggi la
rappresentante più ammirevole della tradizione classica alla quale è sempre rimasta fedele e, a quasi trent'anni dalla sua scomparsa, è ancora l'artista più ascoltata nel mondo arabo.
Legata più alla musica popolare che a quella tradizionale classica è invece la voce della cantante libanese Fayrouz, tutt'ora vivente, la cui carriera artistica ebbe inizio negli
anni Sessanta. La maggior parte delle canzoni da lei interpretate è legata al folklore libanese ed al repertorio delle 'muwasshahat' arabo-andaluse. Feyruz è amatissima e ascoltatissima non solo
in Libano ma in tutto il mondo arabo.
Naturalmente anche alcuni uomini ebbero notevole successo.
Abdel Halim Haffef , nato nel 1929 a El Allauat (Egitto) e morto a Londra nel 1977, incise 260 canzoni e 16 film.
Farid Halatrash, nato in Siria da famiglia nobile (era principe):la famiglia scappò dalla Siria x problemi politici e si trasferì in Egitto. Fu un noto attore. Ebbe una travagliata storia d’amore con Samia Gamal (poiché lui era principe e lei ballerina) con la quale fece numerosi film.